Dove i Telescopi (ancora) non vedono – Conferenza alla Specola bolognese

La notte che vorrei

La notte che vorrei

Domani pomeriggio, alle 16:00, nell’aula Magna della Specola Bolognese in via Zamboni 33, terrò una conferenza sul ruolo avuto da alcuni fantastici illustratori scientifici nel promuovere lo sviluppo dell’astrofisica ma anche, e soprattutto, delle tecnologie spaziali.

Questi incontri mensili sono organizzati dal Museo della Specola, dal Dipartimento di Fisica e Astronomia e dall’INAF-Osservatorio di Bologna. Ogni mese, un relatore dell’Osservatorio o del Dipartimento racconta a un pubblico che oramai ci segue attentamente da anni, una tematica inerente la nostra materia preferita.

Il titolo che ho scelto per la conferenza di domani è:

DOVE I TELESCOPI (ANCORA) NON VEDONO – La Luna e Saturno “osservati” con gli occhi di Scriven Bolton, Lucien Rudaux, Étienne Trouvelot, Chesley Bonestell

Sul finire del XIX secolo e fino al 1969, varie istituzioni, in testa la NASA, si sono servite della perizia di artisti, veri e propri visionari, capaci di dare un’idea pittorica dell’aspetto del cosmo immaginando di osservarlo da altri palcoscenici diversi dal nostro pianeta.

Colava la notte

Colava la notte

Raccontare di questo intersecarsi tra arte e scienza, spero abbia l’effetto di mostrare con forza quanto ci sia ancora da guadagnare da una contaminazione continua dei generi e delle culture.

Sull’argomento ho anche scritto un articolo che uscirà presto negli atti del recente Convegno (Maggio 2014) dell’U.A.I., Unione Astrofili Italiani, durante il quale ho tenuto per la prima volta questa conferenza.

SZ

L’articolo completo (in inglese) qui: https://zenodo.org/record/220977#.WMku5BBjHA8

http://davide2.bo.astro.it/

http://www.bo.astro.it/?page_id=271

Oggi inizio

Oggi inizio!

Perché una Zouppa???

Perché mi ricorda qualcosa che “bolle in pentola”, qualcosa da gustare dopo lunga cottura e che va servita calda.

In fondo, il blog è qualcosa di simile: un’idea ti ribolle in testa e, quando è pronta, la servi sulla tavola di internet sperando che qualcuno gradisca e che decida di sedersi a mangiare con te.
Nello scegliere come chiamare questo spazio, non ho potuto fare a meno di cedere al fascino della lingua inglese. Prima di capitolare, ho fatto diverse ipotesi in italiano, ma ogniqualvolta ho optato per un nome da dare a questo blog, ho scoperto di essere sempre arrivato almeno II, quando non addirittura XXXXVVVIII.

Inizialmente la zuppa era quindi zuppa, poi ho deciso di renderla soup, in inglese. Più agile, moderna, veloce, take away.

Sì, però non era certo mia intenzione parlare (solo) di cucina –  ci sono tantissimi blog specializzati sull’argomento. Uno “ottimo” fra tanti, http://relaxingcooking.wordpress.com/ della mia amica Maria Antonietta Montone – e mi andava di rendere omaggio anche all’italiano che con la zuppa in qualche modo c’entra di sicuro. Sarà poi che vivo da tanti anni in Emilia Romagna, una regione nella quale le “z” sono “s” (ragassi, pissa, pessi, …), che alla fine ho deciso di vendicare le “z” cambiando l'”s”iniziale di soup nella “z” di zoup.

Sì, ma perché squid?

Innanzi tutto perché amo i calamari, vivi, fritti, ripieni o al sugo che siano.

Subisco da sempre il fascino di tutto ciò che ha a che fare col mare. Oltre a questo, subisco anche quello che avvolge l’esistenza di animali strani, dei vari mostri marini inventati o veri che siano e, tra tutti, l’architeutis dux, il famoso calamaro gigante, è quello che più mi emoziona.

Cerco sempre in rete immagini nuove che mostrino questo stranissimo essere di cui ancora si sa molto poco e che mi sembra rappresentare al meglio la potenza e la fantasia della Natura. No, non credo di aver mai immaginato di fare una zouppa di calamaro gigante, ma ho pensato che al ribollire di pensieri di cui dicevo prima, lo squid avrebbe aggiunto di sicuro sapore. Inoltre mi regala l’opportunità di usare una splendida metafora per riferirmi a tutte le cose che mi interessano come professionista e come persona.

Uso allora il dato che questo animale possiede ben dieci TEN-tacoli, otto corti più due lunghi, per dire la mia agganciando idelamente l’astronomia, la scienza in generale, la fantasciena, il fumetto, l’illustrazione scientifica, la narrativa, il jazz, la musica classica. Per arrivare a dieci, rimangono ancora due tentacoli. Volendo quindi completare il cucuzzaro, se sarà il caso di sconfinare in temi non compresi nell’elenco predcedente, deciderò volta per volta in che direzione puntare queste due appendici-jolly.

Insomma, vorrei provare a divertirmi in un modo per me nuovo, sperando di divertire anche qualche altro internauta che si trovi a passare da qui.

Mi prendo giusto il tempo di impratichirmi con questo strumento, dopodiché inizierò a pubblicare cose spero interessanti con una cadenza ancora tutta da stabilire che vorrei fosse regolare, pur sapendo che non ce la posso proprio fare.

Cià!