Riporto di seguito ciò che ho scritto in risposta a un post su facebook di una mia ex-amica.
Mi aveva redarguito sostenendo che, venendo meno al patto alla base stessa dell’esistenza dei social, non avessi nessun diritto di scrivere certe cose sulla sua bacheca.
O tempora! O mores!
SZ
Ciò che il COVID 19 è davvero capace di fare non è chiaro a nessuno. Gli esperti sono tali in riferimento a virus simili, ma capire questo che ci sta aggredendo ora richiede, come gli altri hanno richiesto in passato, una sperimentazione molto più lunga. Chi decide per l’intero paese consulta gli esperti (io non lo sono. E non lo siete nemmeno voi) e, scoprendo che non hanno ancora dati certi, cerca di limitare i danni con decreti precauzionali. Forse troppo precauzionali, o forse troppo poco. La storia futura ce lo spiegherà, ma intanto abbiamo davanti due possibili scenari: Scenario 1) Lo stato non impone regole comportamentali rigide e magari anche esagerate, cui attenersi; a farne le spese è il cittadino X che si ammala e muore. Nel momento in cui questo succede, decine, centinaia di migliaia, milioni di persone se la prendono con lo stato per non essere stato categorico nell’impedire a X di muoversi. Scenario 2) Lo Stato agisce come sta agendo, ovvero decretando che bisogna attenenersi a principi precauzionali dettati dal fatto che ognuno di noi potrebbe involontariamente diventare una cavia utile per capire come davvero si comporta il virus. Si potrebbe anche teorizzare che ammalandosi, X stia in realtà aiutando la scienza, ma il problema è che, andando in giro, X infetta Y, Z, T, … i quali a loro volta ne infettano tanti altri mandando in tilt il sistema sanitario nazionale. Senza quindi stare a fare quelli che spaccando il capello in quattro trattando le persone infette o infettabili principalmente come individui giuridici e giuridicamente liberi (il virus dentro di loro della vostra giurisprudenza se ne fotte bellamente), decidete pure cosa volete fare: se accettate di vivere in uno stato che, magari esagerando, tutela voi, quindi se stesso, o se preferite dichiaravi paladini della libertà di scegliere sempre e comunque cosa fare perché “voi non vi fate mettere i piedi in testa! Che voi non siete mica pecoroni come tutti gli altri!” Ecc. A questo punto, però, fate sapere con chiarezza cosa fate, dove lo fate e quando lo fate, così i pecoroni che tengono alla loro pellaccia (quindi anche alla vostra) e sono costretti a uscire per fare la spesa si fanno da parte e vi lasciano la strada completamente libera per farvi dire: “visto? Avevo ragione!”