CRONACA VIRUS – Giorno 28

Una doccia di fredda realtà

Erano i primi di Marzo quando il fisico Marco Cattaneo, direttore del settimanale Le Scienze, in un a dir poco accorato messaggio su whatsapp invitava i suoi contatti a stare in allerta, seguendo le indicazioni date dagli esperti circa come affrontare l’emergenza sanitaria.

Per fortuna, la diffusione del suo messaggio è stata abbastanza virale e nei giorni successivi praticamente tutte le testate giornalistiche hanno dedicato uno spazio alle sue parole.

Tra i punti fondamentali del suo messaggio, ve ne era uno che non era riconducibile al suo punto di vista. Valeva piuttosto il contrario: ciò che Cattaneo sosteneva era conseguenza dell’aver preso in considerazione ciò che gli esperti virologi sostenevano.

Ci tengo a sottolienarlo ancora una volta: sto parlando di qualcosa elaborato non da Cattaneo, da me o da Ciccio di Misilmeri (cit.), ma diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un organismo sovranazionale che, come spiega il direttore de Le Scienze, considera conclusa un’emergenza epidemica:

dopo DUE PERIODI DI INCUBAZIONE COMPLETI in cui non si registrano nuovi contagi. Sono 42 giorni per Ebola. Potrebbero essere 30 per SARS-CoV-2. Dopo di che, è richiesto a ogni paese di mantenere un’elevata sorveglianza per 90 giorni.

 Nel frattempo, come ho già riportato in un precedente articolo, nel caso del COVID 19 la valutazione precauzionale del suo periodo di incubazione si è assestata sul valore di due settimane: un periodo che porta a 28 il conteggio dei giorni dopo i quali stabilire se sia o meno il caso di abbassare la guardia.

Da qui il titolo di questa Cronaca odierna che già dalla lettura di quel post di Cattaneo, programmavo di dedicare allo stato delle cose così come lo avremmo registrato oggi.

, perché in questo mio spazio on-line, specchio parziale di ciò che avviene nel volume di casa mia, oggi sono proprio 28 giorni dall’inizio della mia incubazione – in realtà, data la base triangolare di questo appartamento, dovrei forse parlare di in-prismizzazione o di in-semicubazione. No, non vivo in una piramide…

Oggi ho quindi atteso fino alle 18:00 che venisse pubblicato il bollettino della Protezione Civile nel quale ogni giorno viene fornita la fotografia dell’emergenza nel nostro paese. Il risultato è il seguente:

Casi totali: 132.547

Persone che risultano positive al virus: 93.187

Le persone guarite: 22.837.

I pazienti ricoverati con sintomi: 28.976

Persone in terapia intensiva: 3.898

Persone in isolamento domiciliare: 60.313

Totale deceduti: 16.523 (potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso), circa 600 più di ieri.

Pur non avendo ancora capito come si ottiene quel totale iniziale a partire dagli altri totali parziali, mi sembra comunque emergere una certezza: dopo questa prima fase – e ci tengo a sottolinearlo: PRIMA fase – di segregazione lunga due periodi di incubazione, siamo ancora lontani dall’obiettivo “zero contagiati” per cui direi che non ci rimane da fare altro che metterci l’anima in pace, prendendo sul serio la prospettiva di rimanere confinati in casa almeno fino a dopo l’estate.

In alternativa, se come ci auguriamo l’emergenza dovesse finire in Maggio-Giugno, usciremo sì, ma dovremo curare di stare ancora a una distanza reciproca di sicurezza, dando ascolto alla nostra comprensibile paura e alla diffidenza non tanto nei confronti delle persone, ma per ciò che potrebbero inconsapevolmente e asintomaticamente ospitare.

No, non lo dico con sadico e sadomasochistico piacere: la cosa preoccupa anche me, specie vedendo che dopo nemmeno un mese di stop (all’italiana), un noto filosofo ha oggi pubblicamente riconsiderato al ribasso il valore della sua materia rispetto a quello della politica; una scrittrice affermata se l’è presa con un famoso cantante il quale, elegante, non ha dato prova di essersene accorto; a difenderlo ci hanno pensato, azzuffandosi tra loro sui social, i seguaci delle religioni pop nate attorno ad ognuno di questi moderni messia che nulla hanno a che fare con la famiglia divina, quella vera (?); una famiglia alla quale, sperando in un miracolo della madonna (no, non è una citazione, e sì, lo so: sembra una battuata di Pozzetto), sta guardando proprio chi, pagato anche dalla fetta di popolo laico, sarebbe almeno per questo preferibile si facesse consigliare soltanto dagli esperti.

É evidente che loro non gli bastano.

Tutto questo ribollire di nervi e atteggiamenti spesso inopportuni preoccupa e lascia presagire che dopo l’estate, una volta aperte le gabbie delle nostre case, si riverserà per le strade un fiume di belve inferocite pronte a sfogare mesi e mesi di animalità compressa.

C’è da sperare solo che, per soddisfare le intervenute esigenze di scontro all’arma bianca che la rete sta manifestando ogni giorno di più, Zuckerberg & Co. dotino presto i social da loro controllati di strumenti di offesa utili a colpire a distanza, il meno metaforicamente possibile (sempre nel rispetto della legge, però! Mi raccomando!), il nostro nemico virtuale di turno.

In assenza di curve degli stadi e di file ai semafori dove sfogare l’aggressività e impossibilitati dal frequentare letti non nostri anche solo per il tempo di una strusciata occasionale, c’è e ci sarà sempre più bisogno di uno strumento informatico che consenta di sfidare, ancora una volta metaforicamente, a duello l’odiato avatar di qualcuno incontrato in rete.

Di uno strumento del genere si potrebbe servire vantaggiosamente il governo che, con anche il problema delle prigioni piene da risolvere, avrebbe così la possibilità di regolare a domicilio il nostro livello di stress, di ormoni e di testosterone.

In rete e in tv l’urlo e la pseudo-dialettica stanno crescendo oltre il livello di guardia e dopo bocca, naso e occhi, il virus volante sta iniziando a colpire anche le orecchie.

Offese e minacce, si sa, coprono facilemente distanze ben più lunghe di un metro e andrà a finire che dopo guanti, occhiali e mascherine, al nostro outfit da epidemia dovremo presto aggiungere anche quei tappi che hanno dimostrato di funzionare così bene con il russare dei partner.

Prevedo un futuro alquanto ovattato, con mute e scafandri a proteggere la nostra bolla personale.

Che sia la prova generale di un trasferimento su un altro pianeta?

 

SZ

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